giovedì 11 agosto 2011



Meno male che mi chiedono sempre ancora come stanno i laser.

Così rispondo che il giro inaugurale della Stella di Torino, il “Royal Startrek di Torino”, l’applicazione dinamica della Stella, chiamata “Route 55” per le bici da strada, serve proprio per ricordare e dare finalmente vita alla scultura urbanistica della Stella fatta appunto di raggi laser.

A monte dell’applicazione dinamica sta la prospettiva di un documentario sulla Stella di Torino, diffuso all’estero per attirare turisti e tutti gli interessati di storia, cultura e simbolismo, che pare avesse bisogno di qualche particolarità oltre le meraviglie architettoniche, l’urbanistica elucubrata e del simbolismo. In somma, ci voleva qualcosa che portasse movimento in questo disegno così fisso, tracciato e imprigionato in terra da ormai 3 secoli.

Un movimento creato e portato avanti dall’energia di ognuno con le forze proprie ridisegnando la Stella in terra, o meglio sulle strade e in particolare sulla Route 55.

La Stella avrà pure i suoi raggi laser e probabilmente serviranno anche per misurare l’inquinamento atmosferico. Più questo sarà alto meglio si vedrà la Stella.

Intanto comincia la parte ecologista. Muoversi in città in bici significa sempre guarirla. In verità ogni ciclista è un dottore urbano. Finché pedala in città ovviamente. Nella situazione attuale Torino è talmente dominata dalle macchine che tanta gente ha paura di usare la bici e quella che pedala per tenersi in forma, scappa in campagna.

Devo lasciare la  casa per stare tranquillo?
Mi sa che nel concetto urbano si è inserito qualcosa di marcio.

Qui a Torino, capitale d’industria d’automobile farne al meno dell’uso della macchina è forse come chiedere un tirolese di non sciare.

Le strade, concepite secoli fa a misura del passo d’uomo, del cavallo e della carrozza, ne sono piene.
In fondo Torino è intossicata.
Paragonando i suoi grandi corsi, i suoi viali, le sue strade e vie con le nostre vene è da considerare gravemente tossicodipendente. Dubito che qualche giro in bici, qualche pista ciclabile basti per disintossicarla.

E la Stella suggerisce un intervento urbanistico ambientale che in primo piano appare come un’impresa agonistica? In fondo l’ho sempre considerata come un mandala da leggere.

Si vede che il suo apparire necessità di qualche fitness. È ovvio che la mobilità urbana ecologica in tempo reale ha bisogno di buoni polmoni. Senza dubbio è una proposta salutare sia per Torino che per la sua gente.  Che prospettiva: gente sana in una Torino sana…

E poi ho letto oggi su internet un’intervista al vicesindaco di Vienna:  vuole raddoppiare entro il 2015 il traffico in bicicletta, al momento il 5 % del traffico totale. Si può leggere in un comunicato dello stesso comune che la bici ormai si è sviluppata da attrezzo del tempo libero e dello sport a mezzo di traffico. Dai correlati servizi si capisce anche che la tendenza è di usare non più solo le piste ciclabili, ma pure le strade. Ecco, qui la leggera bici da strada - possibilmente fatta da carbonio, visto che ammortizza meglio il manto di strada non sempre proprio liscio, che in oltre dispone di una maggiore stabilità ed è quindi anche più sicura – troverà ancora più pane per le sue ruote dando il suo contributo al tempo reale.

Importante è che la domenica il 18 settembre rientriamo in tempo per pranzo. In tempo reale appunto: 122 km pedalate in poco più di 5 ore – o forse anche di meno per poter godersi anche l’aperitivo - in parte nell’ambiente urbano, in parte zona periferica e in collina con un notevole dislivello di 450m.
Mi sembra un bell’esempio di mobilità ecologica in tempo reale.


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