Quando
cominciava a sciogliersi la frizione della mia Mitsubishi Spacestar
con due Turinstar dentro durante un viaggio avventuroso in piena
notte e senza l'ombra di un qualsiasi essere vivente in strada, fuori
strada che importava a questo punto di confusione, perso e
abbandonato nelle curve alpine vicine a Oberammergau, famosa per le
sue religiosi festival di passione e di persona mai conosciuta tranne
in questo momento crudele di passaggio,
il
giorno dopo, dopo una notte nella Spacestar a fianco di due Turinstar
vicino Emmingen su un parcheggio dell´autostrada, nel lontano ovest
dell'Austria, di precisione a Wolfurt presso il mio caro amico Helmut
v. Luigi, la mia fortuna si faceva avanti al telefono:
si
presentava col nome Ibrahim e del tutto inaspettato sento accento e
dialetto originale della regione (Vorarlberg, regione più a ovest
dell´Austria, chiamato anche Ländle) -
di
solito difficile a comprendere dai nati all'est del Arlberg e per
fortuna nel lontano 1979 avevo l'occasione di stare qualche mese
nella zona per cui mi faceva quasi piacere di comprendere sempre
ancora questa lingua pure tedesca ma con l'ultimo spostamento
medioevale dei vocali assente -
e
appunto era l'unico disposto di affrontare immediatamente la
questione frizione di una macchina ormai abbastanza rara,
cioè
proprio la ma famigerata Spacestar col heckspoiler della Mitsubishi
classe 2000,
e
non farmi allungare inutilmente il mio soggiorno da amici cari ma
sempre impegnati e sconvolti ad apparizioni inattesi da decenni.
Già
il giorno dopo il signore Ibrahim, titolare di una auto officina a
Dornbirn sul Schwefel 49, per inciso di altissima efficienza come
potevo riconoscere e meno discreto di così non riesco assolutamente
a fare i miei complimenti ed ogni tipo di raccomandazione, eppure in
questo si tratta anche di una mia osservazione impressionante al
riguardo del onnipresente argomento immigrazione,
aveva
ordinati i pezzi necessarie.
Intanto
era il suo compagno di officina Osman che cominciava a smontare la
frizione rotta.
Osman
alto, forte mi osservava quando tiravo fuori dalla macchina la
Turinstar.
Regolavo
sedia e manubrio secondo la sua taglia large e lo invitavo di
accomodarsi:
Come
in una macchina, ecco!
Così
commentava Osman meccanico di macchine di professione la sua comoda
seduta su Turinstar. Dicevo già da un bel po' alla gente che con la
Turinstar ci si siede sopra cioè in verità dentro come fosse una
macchina a pedali, anziché salirci sopra come su una bicicletta
classica.
Quindi
ci si sale dentro, ci si appoggia sul schienale, le mani sul
manubrio, con un piede sul pedale come fosse la frizione e con
l'altro piede perterra si da la spinta.
Questo
commento di Osman in una officina di macchine mi faceva rispondere
scherzandoci sopra che prima o poi la Turinstar verrà per
riparazioni in officine di auto anziché dal ciclista, ma in verità
ho finalmente trovato il termine adatto per la geometria di
Turinstar: Turinstar non è una reclinata semi o no, ne una recumbent
Turinstar è una classica Autobicicletta, o meglio Autocicletta -
sollecitato di una cara amica per motivi di piacevole fonetica -
cioè un veicolo a due ruote che si guida come ci si fosse in
macchina, tutto qui. Per
anticpare qualche immaginazione, vorrei far presente che le biciclette fra l'altro sistemate in macchine, possibilmente nel baule, appartengono in
genere alla categoria delle pieghevoli.
Vorrei
sottolineare che il termine tutto nuovo “Autocicletta” sarebbe
solo una definizione - e non un attributo del tipo fun/relax/ergobike o simile – proprio per tutti i veicoli a due ruote che
impongono una seduta da automobilista e serve così anche per la
distinzione fra i vari generi di biciclette, com'è uso inoltre per le macchine.
Per
il tocco necessario di internazionalità ci sono già alcune
traduzioni, sempre la auto con aggiunta bycicle, fahrrad e cyclette,
quindi Autobycicle, Autofahrrad e Autocyclette!
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