venerdì 12 ottobre 2018

Quando cominciava a sciogliersi la frizione della mia Mitsubishi Spacestar con due Turinstar dentro durante un viaggio avventuroso in piena notte e senza l'ombra di un qualsiasi essere vivente in strada, fuori strada che importava a questo punto di confusione, perso e abbandonato nelle curve alpine vicine a Oberammergau, famosa per le sue religiosi festival di passione e di persona mai conosciuta tranne in questo momento crudele di passaggio,

il giorno dopo, dopo una notte nella Spacestar a fianco di due Turinstar vicino Emmingen su un parcheggio dell´autostrada, nel lontano ovest dell'Austria, di precisione a Wolfurt presso il mio caro amico Helmut v. Luigi, la mia fortuna si faceva avanti al telefono:

si presentava col nome Ibrahim e del tutto inaspettato sento accento e dialetto originale della regione (Vorarlberg, regione più a ovest dell´Austria, chiamato anche Ländle) -

di solito difficile a comprendere dai nati all'est del Arlberg e per fortuna nel lontano 1979 avevo l'occasione di stare qualche mese nella zona per cui mi faceva quasi piacere di comprendere sempre ancora questa lingua pure tedesca ma con l'ultimo spostamento medioevale dei vocali assente -

e appunto era l'unico disposto di affrontare immediatamente la questione frizione di una macchina ormai abbastanza rara,
cioè proprio la ma famigerata Spacestar col heckspoiler della Mitsubishi classe 2000,

e non farmi allungare inutilmente il mio soggiorno da amici cari ma sempre impegnati e sconvolti ad apparizioni inattesi da decenni.

Già il giorno dopo il signore Ibrahim, titolare di una auto officina a Dornbirn sul Schwefel 49, per inciso di altissima efficienza come potevo riconoscere e meno discreto di così non riesco assolutamente a fare i miei complimenti ed ogni tipo di raccomandazione, eppure in questo si tratta anche di una mia osservazione impressionante al riguardo del onnipresente argomento immigrazione,
aveva ordinati i pezzi necessarie.
Intanto era il suo compagno di officina Osman che cominciava a smontare la frizione rotta.

Osman alto, forte mi osservava quando tiravo fuori dalla macchina la Turinstar.
Regolavo sedia e manubrio secondo la sua taglia large e lo invitavo di accomodarsi:

Come in una macchina, ecco!

Così commentava Osman meccanico di macchine di professione la sua comoda seduta su Turinstar. Dicevo già da un bel po' alla gente che con la Turinstar ci si siede sopra cioè in verità dentro come fosse una macchina a pedali, anziché salirci sopra come su una bicicletta classica.

Quindi ci si sale dentro, ci si appoggia sul schienale, le mani sul manubrio, con un piede sul pedale come fosse la frizione e con l'altro piede perterra si da la spinta.

Questo commento di Osman in una officina di macchine mi faceva rispondere scherzandoci sopra che prima o poi la Turinstar verrà per riparazioni in officine di auto anziché dal ciclista, ma in verità ho finalmente trovato il termine adatto per la geometria di Turinstar: Turinstar non è una reclinata semi o no, ne una recumbent Turinstar è una classica Autobicicletta, o meglio Autocicletta - sollecitato di una cara amica per motivi di piacevole fonetica - cioè un veicolo a due ruote che si guida come ci si fosse in macchina, tutto qui. Per anticpare qualche immaginazione, vorrei far presente che le biciclette fra l'altro sistemate in macchine, possibilmente nel baule, appartengono in genere alla categoria delle pieghevoli.

Vorrei sottolineare che il termine tutto nuovo “Autocicletta” sarebbe solo una definizione - e non un attributo del tipo fun/relax/ergobike o simile – proprio per tutti i veicoli a due ruote che impongono una seduta da automobilista e serve così anche per la distinzione fra i vari generi di biciclette, com'è uso inoltre per le macchine.

Per il tocco necessario di internazionalità ci sono già alcune traduzioni, sempre la auto con aggiunta bycicle, fahrrad e cyclette, quindi Autobycicle, Autofahrrad e Autocyclette!

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