martedì 18 febbraio 2020






Come mai? Non me ne capacito!

C’è da chiedersi come mai un progetto legato in esclusiva a Torino così rappresentante, significante e autentico come nessun altro sia praticamente del tutto sconosciuto e soprattutto non accettato.
Un progetto basato sulle sue fondamenta e le sue radici che indica chiaramente le sue cinque aorte principali, insomma una fotografia del suo DNA. E non sarà un caso che i cinque luoghi segnalati per di più creano un pentagono simmetrico che sembra una rosa dei venti leggermente inclinata verso ovest.
Ho individuato questo disegno il 29.6.1993 e dopo nove mesi l’ho presentato il 23.3.1994 in Piazza Corpus Domini.

Sento una forte resistenza se non addirittura il famigerato mobbing.
Questa città dorme su un gioiello unico al mondo ignara del suo valore.
Doveva essere un indigeno a scoprirlo?

Sono uno straniero di provenienza austriaca con origini prussiani e due cittadinanze che non sono caratteristiche vantaggiose: 
all’epoca del mio arrivo nel 1988 un mio amico mi nascondeva dal suo nonno e recentemente un giovane (!) mi chiedeva se mi dispiace che abita vicino Corso Montegrappa (?).

Sono venuto per un motivo familiare e niente altro. Sono di natura curioso, controcorrente e disobbediente/allergico all'imperativo. Quindi una persona difficile ed è probabilmente un eufemismo. L’altro giorno me lo diceva pure la mia amata figlia: ”Ma papà, sei difficile!” - “No, chicca mia, è il progetto che è difficile” mi veniva di rispondere. Ci vorrà una persona facile?

In ogni caso, difficile o facile che sia,
Surilà ha tutto il potenziale di valorizzare una Torino agonizzante e portarla ai fasti proprio come all’epoca l’artefice della Stella Vittorio Amedeo II è stato promosso re portando Torino al tavolo dei potenti d’Europa.

Nessun commento: