C’era una volta un architetto viennese, che pedalando per le strade di Torino, si appassionò alla musica di un giovane chitarrista Jazz torinese. Gabriele era il suo nome, si esibiva ogni sabato e ogni domenica per le strade della sua Torino, accompagnato dalla ritmica del fratello Michelangelo.
Ogni qualvolta potesse, l’architetto compariva con la sua ultima creazione mobile, una specie di pedalò visto la postura eretta e comoda grazie a uno schienale morbido - e così galleggiando anziché sulle acque sulle strade - ribattezzato dallo stesso con il nome di Turinstar, richiamando il disegno pentagonale che questa stessa città assume con quattro castelli Savoia e la Basilica di Superga. Dopo una di queste performance rock virtuose i gemelli facevano un giretto di prova in via Roma.
Da qualche tempo l’architetto sognava la sua Turinstar con delle ruote più piccole per abbassare il baricentro, così da raggiungere più stabilità, e quindi anche più sicurezza. "Potrebbe essere un modello più alla mano , più seducente" diceva l'architetto…
Nel frattempo Gabriele, innamoratosi del progetto, iniziò a pedalare una Turinstar in versione ridotta inizialmente pensata per la sua consorte Marta. Così l’architetto gli propose di usare il modello più grande e gli chiese quale nome fosse più adatto a fianco della scritta Turinstar: "Gabriele o Paganini?" chiese l'architetto. La sua scelta fu spontanea. E l’architetto ne rimase estasiato.
Da parecchio tempo aveva in mente di cambiarne il nome. Voleva uscire dai confini di quella Torino, città stupenda, ma oramai gelosa e consumata. Dato che l’architetto era finalmente riuscito a produrre un prototipo con delle ruote in formato medio (24 pollici), nacque il modello Paganini Capriccio 24, e visse per sempre fra i cieli di Torino, galleggiando e sorvolando l'intero mondo.
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